Tato
Guglielmo Sansoni, detto Tato (Bologna, 1896 – Roma, 1974), è stato un artista futurista italiano, uno dei protagonisti dell'aeropittura.
Guglielmo Sansoni, in arte Tato, nasce a Bologna il 29 dicembre 1896 e muore a Roma nel gennaio 1974.
Frequenta l’Accademia Militare di Parma dalla quale si congeda col grado di ufficiale. All’inizio della Grande Guerra, nel 1915, si arruola e parte per il fronte. Conosce così alcuni futuristi tra cui Umberto Boccioni, Luigi Russolo e Mario Sironi. Si diletta nel disegno e nel 1917 ne vengono pubblicati alcuni con soggetti di guerra. Nel 1919 viene assegnato al Deposito Militare a Novara. Da autodidatta, segue gli avvenimenti artistici del momento, entusiasmandosi in particolare alle attività dei futuristi, e organizza autonomamente una manifestazione futurista a Novara nel luglio del 1919. Nello stesso anno lancia il manifesto pubblicitario Autoritratto ombreggiante, attorno alla quale si accende una forte polemica fra critiche e consensi.
Concluso il servizio militare, fa rientro a Bologna, dove organizza il primo gruppo futurista emiliano insieme a Longanesi, Giovannini, Fanelli, Caviglioni e Valli. Nel frattempo, mantiene una fitta corrispondenza con Marinetti, ancor prima di conoscerlo di persona a Milano. Il 16 settembre 1920 organizza i funerali di sé stesso e nel libro autobiografico Tato racconTato da Tato è scritto che “costernazione degli amici, fiori, corone e infine, sorpresa”. Sul carro funebre c’è Tato vivo e vegeto. Aveva voluto seppellire Guglielmo Sansoni per far nascere in forma ufficiale il pittore futurista Tato. La sua casa diventa sede ufficiale del Movimento Futurista Emiliano-Romagnolo. Il 22 gennaio 1922, con l’aiuto di Marinetti, inaugura la prima Mostra d’Arte Futurista di Bologna al Teatro Modernissimo e nel novembre dello stesso anno si sposa con Mimì Gennari, insegnate di francese (divenuta poi in arte Mimì La Touche). Nel 1924 si trasferisce a Roma e compie diversi viaggi in Africa, Europa e America. Nel 1925 stabilisce i primi contatti con l’ambiente futurista romano attraverso una mostra personale alla Casa d’Arte Bragaglia.
Nel marzo-giugno dello stesso anno partecipa alla mostra collettiva futurista della III Biennale Romana, ed è presente all'Esposizione Internazionale d'arte Teatrale a Vienna e a Torino all’Esposizione d'arte futurista a Palazzo Madama. Durante l'estate del 1925 a Riccione, dopo un'allegra e movimentata giornata d'arte, affitta un bragozzo, dipinge sulle vele un enorme «Tato futurista» ed insieme a Toni, pescatore romagnolo, naviga lungo le spiagge che da Riccione conducono ad Ancona, invitando i bagnanti a visitare la mostra organizzata fra le reti, i cesti, le corde e i remi; mostra che egli disse di essere «unica al mondo». Nel maggio-settembre del 1926 espone con il gruppo futurista alla XV Biennale di Venezia, e partecipa alle successive del 1930, 1932, 1934 (sala personale), 1936, 1938, 1942. Nello stesso anno partecipa all’Esposizione Internazionale di Arti decorative e industriali a Parigi presso il Grand Palais e subito dopo, sempre a Parigi ad una Mostra futurista alla «Madeleine»; infine all’ Esposizione Internazionale del Teatro a New York. Nel 1927 allestisce a Ferrara due mostre personali: una al Teatro Comunale e l'altra presso il Corriere Padano (di cui successivamente affresca la sede), con un’introduzione di Marinetti.
Nello stesso anno partecipa alla grande mostra collettiva di pittura futurista alla Casa del Fascio di Bologna, alla Quadriennale di Torino, alla Mostra d'Arte Futurista nazionale a Palermo, promossa dal Gruppo futurista siciliano, nonché alla II Mostra d'arte marinara, promossa a Roma dalla Lega navale italiana. Nel 1928 partecipa ad una collettiva futurista al Teatro Comunale di Imola organizzata da M.G. Dal Monte e alla Rassegna degli artisti ferraresi nell'ambito della «Settimana Ferrarese», nonché alla Mostra di pittura futurista a Roma, presso il Circolo artistico internazionale. Nel 1929 prende parte alla Galleria Pesaro alla Mostra di «Trentatre artisti futuristi», alla Ill Mostra d'arte marinara promossa dalla lega Navale (Roma) e alla Mostra del centenario della Società Amatori e Cultori di Belle Arti presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma per la Seconda mostra del Sindacato laziale fascista di Belle Arti.
A settembre sottoscrive Il manifesto dell’Aeropittura futurista insieme a Balla, Benedetta, Depero, Dottori, FIllia, Marinetti, Prampolini, Rosso, Somenzi e nell’aprile del 1930 lancia insieme a Marinetti Il Manifesto di Fotografia Futurista e partecipa al Primo Concorso Fotografico Nazionale presso l’Aranciera di Villa Umberto I.
Organizza a Roma la I Mostra di aeropittura presso la camerata degli Artisti di piazza di Spagna, dove esposero: Balla, Ballelica, Benedetta, Diulgheroff, Dottori, Fillia, Oriani, Prampolini, Somenzi Bruna, Tato e Thayaht; prende parte alla mostra collettiva futurista di aeropittura e scenografia organizzata dalla Galleria Pesaro a Milano, alla Mostra futurista al Winter Club di Torino, alla Mostra Triestina di pittura ed aeropittura futurista organizzata da Bruno G. Sanzin, alla I Quadriennale d'arte romana, alla Mostra collettiva futurista presso la Compagnia degli Artisti di Napoli e alla I Mostra Internazionale d'arte coloniale a Roma presso il Palazzo delle Esposizioni; esegue il manifesto per la «Giornata del giocattolo italiano», vincendo il relativo concorso. Nel 1932 espone alla I Mostra Internazionale d'arte coloniale e a Parigi presso la Galerie de la Reinassance alla Mostra Enrico Prampolini et les Aeropeintres Futuristes Italiens, con Alberti, Alimandi, Ambrosi, Balla, Benedetta, Bot, Caviglioni, Cocchia, Crali, Depero, Diulgheroff, Dormal, Dottori, Duse, Fillia, Marisa Mori, Munari, Oriani, Pozzo, Prampolini, Rosso, Saladini, Thayaht, Albisola, Vignazia e Zucco. Nel 1934, in concomitanza della Seconda Esposizione Internazionale d'arte coloniale a Napoli sottoscrive con Marinetti, Fillia e Cocchia il Manifesto sull'Arte Africana e, insieme a Marinetti, Ambrosi, Andreoni, Benedetta, Depero, Dottori, Fillia, Oriani, Munari, Prampolini e Mino Rosso il Manifesto sulla Plastica Murale.
Muore a Roma nel 1974.