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Valutazione Acquisto Ettore Spalletti Arte Moderna e Contemporanea - Quadri e Dipinti


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Valutazione Arte Moderna e Contemporanea - Quadri e Dipinti di Ettore Spalletti


Ettore Spalletti


Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 26 gennaio 1940 – Spoltore, 11 ottobre 2019) è stato un pittore e scultore italiano.

Biografia
Nato il 26 gennaio 1940 a Cappelle sul Tavo in provincia di Pescara, si trasferì a Roma per studiare Scenografia all'Accademia di belle arti. I suoi primi lavori risalgono agli anni Sessanta, e nel corso dei decenni arrivò ad esporre le sue opere presso le più prestigiose sedi italiane ed internazionali. Nel 1996 realizzò, per l'Hôpital Raymond-Poincaré di Garches, installazioni permanenti di particolare intensità emotiva poste nell'obitorio dell'ospedale.
Le sue opere sono state presentate a documenta di Kassel (1982, 1992), alla Biennale di Venezia (1982, 1993, 1995, 1997) dove ha presentato complessivamente 8 opere, e in mostre personali a Parigi al Musée d'art moderne de la Ville de Paris (1991), a New York (Osmosis, S. R. Guggenheim Museum, 1993, con Haim Steinbach), ad Anversa al Museum van Hedendaages Kunst (1995), a Strasburgo a (Salle des fêtes, Musée d'art moderne et contemporain (1998, 1999), Napoli al Museo nazionale di Capodimonte (1999), Leeds alla Henry Moore Foundation (2005). Nel 2014 la più completa retrospettiva dell'opera dell'artista, intitolata Un giorno così bianco, così bianco, è stata allestita in un circuito museale formato dal MAXXI di Roma, dalla GAM di Torino e dal Museo Madre di Napoli. È da ricordare anche la mostra Giorgio Morandi. Ettore Spalletti. Dialogo di luce alla Galleria d'Arte Maggiore g.a.m. di Bologna.
Per l'Enciclopedia Treccani progettò copertina e risguardi di un'edizione a tiratura limitata della enciclopedia di colore azzurro e fregi in oro. A Pescara progettò La Fontana presso il piazzale del Palazzo del Tribunale (Piazza Ettore Troilo, realizzata nel 2004).
Nel 2017 fu insignito della laurea honoris causa in Architettura presso l'Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio" di Pescara.
È morto a 79 anni a Spoltore, sempre in provincia di Pescara e vicino al suo paese natale, l'11 ottobre 2019 per complicanze legate ad una polmonite.

Lo stile e le opere di Ettore Spalletti
Le sculture realizzate da Ettore Spalletti durante la giovinezza, negli anni Sessanta, sono prevalentemente figure minimali in legno e marmo, arricchite da colori monocromatici. In apparenza le sculture sembrano semplici, ma in realtà nascondono elementi che sono visibili ad un’analisi più approfondita, ovvero strati di pittura stesi uno sull’altro e grumi di materia ruvida. Già da queste prime opere si delinea la particolarità della tecnica di Spalletti, che consiste in un connubio tra scultura e pittura, creando a livello plastico la base su cui vengono poi stesi i colori. Molto importante per Spalletti è anche la luce: non a caso egli integra da subito nelle sue composizioni anche il plexiglas, come in Curva 32 (Struttura), del 1966.
Spalletti rimase molto colpito dalla corrente psicologica della Gestalt, il cui nome deriva dal verbo tedesco gestalten, che significa “mettere in forma” o “dare una struttura significante". Questa teoria si basava sul concetto che un insieme di elementi sia differente rispetto alla somma delle singole parti (e non maggiore quantitativamente né migliore qualitativamente). Per fare un esempio a livello sociale, le caratteristiche di una società non corrispondono a quelle degli individui che la costituiscono. Da qui si origina la convinzione che tutto quello che noi proviamo, e in generale i nostri comportamenti, siano il risultato di una complessa organizzazione. La teoria, inoltre, spiegava come per conoscere e comprendere il mondo, l’uomo tende a trovare intorno a sé delle forme, secondo schemi che ognuno di noi trova più adatti e che può scegliere per imitazione, apprendimento o condivisione, e che in base a queste scelte ognuno formi il proprio pensiero, le proprie percezioni e le proprie sensazioni, in maniera totalmente inconsapevole. Spalletti fu molto influenzato da questa teoria, iniziando a ragionare sulla sovrapposizione tra linee di vario tipo, rette oppure ondulate, e sulle diverse variazioni di colore e di luce, che esprime attraverso una spiccata manualità.
Le opere di Spalletti sono costruite come delle forme rigorose, spesso quadrate, che si estendono nello spazio circostante e ne modificano la natura iniziale, andando a ridurlo ed attenuarlo, creando una simbiosi vera e propria tra l’oggetto e lo spazio. Imprescindibile diventa, allora, lo stesso osservatore dell’opera, e solo grazie alla sua presenza la natura tridimensionale dei lavori di Spalletti raggiunge la sua massima espressione, in quanto vedendo l’opera e il suo dilatarsi nello spazio egli la riconosce e la identifica. Un esempio lampante è il lavoro eseguito da Spalletti per la ristrutturazione delle stanze dell’obitorio di Garches, nel 1996, in cui egli utilizza il colore azzurro per avvolgere tutto il perimetro delle stanze, conferendogli una sensazione di misticismo e sacralità.
Lo stesso concetto di rendere tutto lo spazio la vera opera d’arte, plasmando insieme colori e forme, spazi pieni e vuoti, luci ed ombre, in modo da creare un’esperienza spirituale viene replicato anche nella Cappella della clinica Villa Serena, a Città Sant’Angelo, che ha ristrutturato nel 2016 insieme all’architetto Patrizia Leonelli, sua moglie. La decorazione ideata da Spalletti è incentrata interamente sul colore, che riempie ogni singola parte della cappella inclusi il soffitto, il pavimento e gli arredi che sono per altro tutti disegnati dall’artista stesso, dall’altare al tabernacolo, dall’acquasantiera all’inginocchiatoio. Vi è presente una statua della Madonna Immacolata, che viene avvolta in una polvere di colore azzurro ed è rappresentata con le braccia allargate come simbolo di accoglienza. I colori variano tra l’azzurro, il blu, il verde, il rosa e l’oro, e le tinte sono esaltate ed intensificate dall’incontro con le numerosi fonti di luce della cappella, sia naturali (come le fenditure) che artificiali. Lo stesso pavimento in pietra scura e i marmi riflettono la luce, creando un’atmosfera sospesa e spirituale.
Il colore, del resto, è elemento fondante dell’arte di Spalletti, che ne sottolinea più volte la dinamicità. Egli infatti era profondamente affascinato dal modo in cui il colore muta al contatto con la luce, portando anche a risultati nuovi, inattesi, che riteneva fosse fondamentale accettare ed accogliere con grande curiosità. A livello tecnico Spalletti aveva individuato delle tempistiche collaudate per la stesura del colore, applicandolo sulla superficie designata per circa dieci-quindici volte e poi attendendo l’essiccazione. Trascorso il tempo necessario, si dedicava all’osservazione del momento in cui la pasta di colore si sbriciola, restituendo una superficie nuova in cui il confine tra colore e materiale sottostante è completamente superato, e non è più riconoscibile dove finisce uno ed inizia l’altro. Oppure, dopo aver preparato e steso una miscela di colla, gesso e pigmento, lavorava la superficie del colore per creare una polvere che l’opera sembrasse impalpabile.
Nella sua produzione ricorrono diversi colori, ognuno dei quali ha per Spalletti un significato preciso e che, in realtà, considera “non colori” in quanto non esistenti in natura. Inoltre, i colori più ricorrenti ricordano, non a caso, le tonalità del litorale adriatico abruzzese, troviamo infatti l’azzurro, il rosa, il grigio e il bianco. L’azzurro è un colore per lui atmosferico. Queste le sue parole: “Non è un colore di superficie e si modifica continuamente a causa delle radiazioni, colore del cielo e del mare, colore che è trasparente nel quale siamo sempre immersi e vive come condizione ambientale che abbiamo intorno.. Un colore che ha una sua magia. L’azzurro non esiste in natura, lo si trova solo in una realtà impalpabile, che non è superficie, che è profondità.” Il rosa è per Spalletti il colore dell’incarnato, “è in continua mutazione, non ha una sua fissità alimentandosi degli umori delle sue condizioni spirituali”. Il grigio è un colore neutro, che ha la capacità di accogliere tutti gli altri colori e per questo lo definisce il “colore dell’accoglienza”.
Tra le opere più conosciute di Spalletti si ricorda Presenza stanza (1978), un’ impasto di colore steso su una tavola di legno. Vi è poi un gruppo di lavori molto simile nell’impostazione di base, per altro presenti anche tutte nella stessa sede espositiva del Castello di Rivoli, ovvero Sogno Dispari (1983), Dono (1991) e Muro, eco rosso azzurro (2003), che si staccano parzialmente dal muro e diventano esempi di geometrismo asimmetrico, ovvero mantengono il rigore delle forme ma superano la disposizione simmetrica che ci si attende da questo tipo di impostazione.
Il rapporto tra l’opera e lo spazio viene inoltre indagato attraverso una scultura che diventa un oggetto urbano che va a ridisegnare l’ambiente circostante. Si tratta di Fonte (1986) realizzata con pietra calcarea della montagna abruzzese Majella. Infine, peculiare anche la sua unica opera fotografica dal titolo Vaso (1981), in cui si nota una figura maschile (probabilmente l’artista stesso) che innaffia una sorta di vaso rovesciato che diventa una figura geometrica che viene coltivata e curata, esprimendo così metaforicamente il desiderio di rendere viva la scultura.
Achille Perilli Afro Basaldella Agostino Bonalumi Alberto Biasi Alberto Burri Alberto Magnelli Alberto Savinio Alberto Ziveri Alexander Calder Alighiero Boetti Amedeo Bocchi Andy Warhol Antonietta Raphael Antonio Bueno Antonio Corpora Antonio Donghi Antonio Ligabue Antonio Marasco Antonio Sanfilippo Ardengo Soffici Asger Jorn Atanasio Soldati Benvenuto Ferrazzi Bice Lazzari Bruno Ceccobelli Bruno Munari Carla Accardi Carlo Carrà Carlo Levi Carlo Socrate Carol Rama Cesare Tacchi Cipriano Efisio Oppo Corrado Cagli Cy Twombly Dadamaino Daniel Spoerri Domenico Gnoli Edita Broglio Emanuele Cavalli Emilio Scanavino Emilio Vedova Ennio Morlotti Enrico Baj Enrico Castellani Enrico Prampolini Enzo Cucchi Eugenio Carmi Fausto Pirandello Felice Casorati Fernando Botero Ferruccio Ferrazzi Filippo De Pisis Fortunato Depero Francesco Clemente Francesco Lo Savio Francesco Trombadori Franco Angeli Franco Gentilini Franz Borghese Gastone Novelli Gerardo Dottori Getulio Alviani Giacomo Balla Gianfranco Baruchello Gino De Dominicis Gino Severini Giorgio de Chirico Giorgio Griffa Giorgio Morandi Giosetta Fioroni Giovanni Anselmo Giulio D'Anna Giulio Paolini Giulio Turcato Giuseppe Capogrossi Giuseppe Santmaso Grazia Varisco Guglielmo Janni Guido Cadorin Hans Hartung Julius Evola Karel Appel Katy Castellucci Leonor Fini Lorenzo Viani Luigi Boille Luigi Ontani Luigi Russolo Luigi Veronesi Marc Chagall Marco Tirelli Maria Lai Marina Apollonio Mario Broglio Mario Mafai Mario Nigro Mario Radice Mario Schifano Mario Sironi Mario Tozzi Massimo Campigli Mauro Reggiani Michelangelo Pistoletto Mimmo Paladino Mimmo Rotella Mino Maccari Nicola De Maria Nino Bertoletti Nino Caffè Orfeo Tamburi Osvaldo Licini Ottone Rosai Paolo Cotani Pasquarosa Pier Paolo Calzolari Piero Dorazio Piero Gilardi Piero Guccione Piero Manzoni Piero Raspi Piero Sadun Pino Pinelli Renato Birolli Renato Guttuso Renzo Vespignani Roberto Crippa Roberto Matta Roberto Melli Salvo Sandro Chia Scipione Sergio Lombardo Sol LeWitt Tancredi Parmeggiani Tano Festa Tato Titina Maselli Toti Scialoja Tullio Crali Turi Simeti Ubaldo Oppi Umberto Boccioni Victor Vasarely Virgilio Guidi Xavier Bueno

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